8 marzo
Volete aiutare le donne afgane?
Salvate i loro bambini
Mazar-i-Sharif/Roma.(08/03/02)

"Medici Senza Frontiere lancia l'allarme fame in Afganistan e denuncia l'irresponsabile abbandono della popolazione civile
A dispetto del rumore delle bombe che continuano a cadere sul suolo afgano, la fame incombe silenziosa sull'Afganistan. A cinque mesi esatti dall'inizio dei bombardamenti, la realtà con cui si confronta Medici Senza Frontiere, presente in 15 province del paese, con programmi di assistenza sanitaria che vedono impegnati 100 operatori internazionali ed oltre 1000 afgani, non lascia spazio all'ottimismo. Due decenni di combattimenti, la siccità degli ultimi tre anni e infine la guerra contro il terrorismo hanno ridotto la popolazione afgana al limite della sopravvivenza.
MSF lancia l'allarme per la grave crisi alimentare che si profila nel paese. Non è possibile quantificare i bisogni, che sono enormi, lo spostamento di popolazione né la durata della guerra: di certo, però, quest'anno la terra, rimasta incolta, non darà cibo. Già nel 2001, le agenzie alimentari delle Nazioni Unite, segnalavano un deficit di cereali in Afganistan di 2,2 milioni di tonnellate.
Particolarmente grave resta la situazione nelle province settentrionali dell'Afganistan, soprattutto a Faryab e Sar-e-Pol, dove la popolazione ha esaurito i mezzi di sussistenza. Il bestiame e gli utensili di qualche valore sono stati venduti, come pure gli appezzamenti di terreno. Molte famiglie, abbandonano i propri villaggi per cercar fortuna nelle città del paese e il numero degli sfollati - 237.000 persone, alla fine di gennaio - continua a crescere. I nostri centri terapeutici, il cui numero è stato aumentato, sono sempre più affollati di bambini.
La percentuale dei bambini con forme di grave malnutrizione è elevata, molti di loro moriranno se non arrivano subito dei rifornimenti.
Per timore che la crisi alimentare possa tramutarsi in una drammatica emergenza, Medici Senza Frontiere ha deciso di acquistare 572 tonnellate di cibo iperproteico e 116 tonnellate di olio, da distribuire insieme alle coperte: una sola organizzazione non può, però, rispondere adeguatamente alle necessità di una popolazione così vasta.
Un'indagine di MSF, compiuta a gennaio, indica che:
· la mortalità è raddoppiata dal mese di agosto ad oggi. Nei distretti di Qaysar ed Almar, provincia di Faryab, i dati di agosto indicavano una mortalità dello 0.6 ogni 10.000 adulti, e di 1,4 bambini sotto i cinque anni ogni 10.000. A gennaio 2002, la mortalità globale era di 1,4 per gli adulti, di 3,2 per i bambini.
· la gente nel Faryab non ha cibo di cui sfamarsi quotidianamente. Il 93% delle famiglie intervistate non ha più riso, e lo scorbuto - una malattia legata alla carenza di vitamina C, ed una delle nostre maggiori sfide sanitarie in Afganistan in questo momento, poiché provoca la morte, accanto alle diarree ed alla tubercolosi - dilaga senza freni.
· l'83% delle persone che abbiamo intervistato ha accumulato debiti per poter racimolare qualcosa da mangiare. La gente vaga per i campi, in un paese assediato dai banditi, in cerca di cibo.
MSF ha distribuito 16.000 dosi di multivitaminici nel distretto di Qaysar, ma questa misura è solo un tentativo di controllare il danno, poiché le vitamine non possono sostituire il cibo. Già dalla scorsa estate, il WFP, segnalava una elevata insicurezza alimentare nelle due province settentrionali - Sar-e Pol e Faryab, appunto - e raccomandava una distribuzione alimentare per 9 mesi, a favore dell'80% della popolazione, da ottobre 2001 a giugno 2002. Alla metà febbraio, la distribuzione del cibo non era ancora cominciata, e il poco aiuto arrivato nelle zone remote risulta assai insufficiente anche dal punto di vista della qualità.
Medici Senza Frontiere chiede soluzioni. E' fondamentale che i paesi donatori, tra cui l'Italia che ha erogato fondi significativi per l'emergenza afgana, prendano atto della loro incapacità di rispondere ai bisogni più elementari e prioritari della popolazione afgana, e pongano rimedio a questa situazione. Prendere sottogamba il deterioramento del contesto nutrizionale afgano è estremamente pericoloso, oltre che irresponsabile. "