Isaf, no al
rafforzamento
La richiesta di Karzai di aumentare il contingente
respinta da Gran Bretagna e Italia
La richiesta di
Karzai di aumentare il contingente respinta
da Gran Bretagna e Italia Il capo del governo
afghano ad interim, Hamid Karzai, ha issato
ieri sul palazzo presidenziale di Kabul la bandiera
afghana - un tricolore verde, rosso e nero con
una moschea e la scritta "non c'è altro Dio
che Allah e Maometto è il suo profeta" - che
era stata adottata da re Amanullah nel 1928.
E' stata ripristinata anche la costituzione
del 1964 e il calendario solare al posto di
quello lunare. Tuttavia non basta una bandiera
per fare un paese e il governo di Kabul non
sembra proprio in grado di controllare tutto
il paese tanto che Karzai nei giorni scorsi
ha chiesto un allargamento - di circa 30.000
uomini - della forza multinazionale dell'Isaf
(International security assistance force ora
formata da 4.500 uomini) affinché possa dispiegarsi
in tutto il paese. Richiesta respinta dal ministro
della difesa britannico Geoff Hoon, che ha presenziato
ieri a Kabul alla cerimonia della bandiera e
ha visitato il quartier generale dell'Isaf.
Per Hoon la presenza della forza multinazionale
in Afghanistan "è sufficiente". Anche il ministro
della difesa italiano, Antonio Martino, ha risposto
picche alla richiesta di Karzai "perché sarebbe
rischiosissimo". Martino ha aggiunto che "per
quanto riguarda i nostri militari possiamo affermare
che il dispiegamento completo del contingente
italiano dell'Isaf è ormai quasi ultimato".
E la durata dell'impegno "mi auguro sia mantenuta
nei tre mesi previsti", ha concluso il ministro.
La presenza internazionale permette appena il
controllo di Kabul, mentre nel resto del paese
riprendono gli scontri tra i vari "signori della
guerra". E la sicurezza torna ad essere la preoccupazione
principale per Karzai prima ancora della ricostruzione.
Mentre sembrano conclusi gli scontri tra gli
uzbeki di Dostum e i tagiki di Atta a Mazar-i-Sharif,
è tutt'altro che risolto il problema del governatorato
di Gardez. Nella provincia orientale di Paktia
si scontrano infatti i due rivali pretendenti
governatori: Padshah Khan Zadran, nominato da
Karzai, e Saifu Ullah, sostenuto da una tribù
locale. Ieri sono stati liberati i 240 prigionieri
fatti la settimana scorsa - 200 uomini di Zadran
e 40 di Saifu Ullah - dopo gli scontri che hanno
provocato la morte di una cinquantina di persone.
Falliti i tentativi di mediazione di una delegazione
inviata dal governo di Kabul, ora Zadran minaccia
vendetta e non si arrenderà anche se Karzai
dovesse nominare un nuovo governatore.
Manifesto 06/02/2002